Giochiamo con le app? Spunti e attività per bambini in biblioteca

Quando in una biblioteca per bambini e ragazzi si hanno a disposizione strumenti digitali come i tablet le possibilità diventano infinite. Oltre alla libera consultazione dei device dotati di contenuti appropriati e selezionati, si possono proporre dei percorsi laboratoriali che prevedano l’utilizzo di questi dispositivi.

Se le biblioteche sono i luoghi per eccellenza dedicati alla conservazione di libri e documenti cartacei, quando gli strumenti digitali entrano in questi ambienti si tocca con mano quanto i differenti linguaggi convivano e possano intersecarsi dando vita a esperienze originali sviluppate attraverso diversi piani narrativi.

Come ci si muove quando sono presenti dei tablet in biblioteca? In primo luogo ci si informa sulle applicazioni di qualità rivolte a bambini e ragazzi presenti sul mercato italiano e straniero. In questa fase di esplorazione vengono in aiuto alcuni professionisti che da anni promuovo i migliori contenuti digitali rivolti ai più giovani (per citarne uno il portale Mamamò di Elisa Salamini e Roberta Franceschetti).

Così come accade per i libri cartacei anche le applicazioni per bambini da proporre in biblioteca vanno scelte con cura, tenendo presente alcune caratteristiche che contraddistinguono un’applicazione di qualità. I criteri sono simili a quelli di un albo illustrato: se la bellezza delle illustrazioni è fondamentale, anche nel mondo digitale la grafica deve essere un piacere per gli occhi.

Quando si sceglie una storia per bambini o si organizza un’attività è necessario individuare il target a cui ci si rivolge. Nel mondo della carta sta diventando sempre più importante iniziare a leggere ai più piccoli fin dalla nascita, o addirittura già dalla pancia, grazie a realtà come Nati per Leggere che promuovono la diffusione precoce della lettura in famiglia. Nel digitale le prospettive sono differenti poiché, come consigliano pediatri e specialisti, tutte le attività che comportino stare davanti a uno schermo andrebbero limitate almeno fino a 2 anni di età (prima di questa fase infatti i bambini necessitano di altri tipi di stimoli).

Se in biblioteca si organizzano attività con i tablet rivolte alla fascia di età prescolare il laboratorio andrebbe impostato come un’attività da portare avanti insieme all’adulto di riferimento. Si gioca insieme e si collabora, il bambino sente di non essere “abbandonato” davanti al device, ma vive un’esperienza di condivisione in cui ci si arricchisce reciprocamente, proprio come quando si legge un libro insieme. Se si pensa ad esempio alle app create da Minibombo (di cui abbiamo parlato in precedenza) ci si approccia a storie interattive originali e ironiche. Il testo è assente, o presenta poche parole essenziali, invitando i piccoli utenti alla scoperta attraverso grafiche capaci di catturare l’attenzione, con i tempi giusti. Infatti quando ci si relaziona con i più piccoli il tempo di esposizione davanti a uno schermo deve essere sempre limitato. Una caratteristica interessante di queste applicazioni è che dopo aver giocato il bambino “si stanca” in modo positivo e passa a fare altro.

In questo caso costruire un’attività in biblioteca viene da sé, poiché ogni applicazione è la trasposizione in digitale di un albo cartaceo. Si potrebbe così partire dalla lettura condivisa ad alta voce di uno degli albi di Minibombo, per poi proporre un momento di gioco con la relativa applicazione. Il laboratorio si potrebbe infine concludere tornando su un piano pratico strutturando un’attività manuale legata alla trama dell’app: disegno, pittura, collage, costruire qualcosa con materiali di recupero (sul sito dello stesso Minibombo sono presenti diversi spunti).

Tutto il contrario (Minibombo)

In ogni caso quando si struttura un’attività con i tablet, soprattutto se si lavora con un target di bambini al di sotto dei 6 anni, sarebbe interessante pensare a dei momenti in cui si esce dal piano digitale. Spesso infatti molte applicazioni rappresentano il risvolto digitale di una storia cartacea, ma vanno scelte con attenzione. Le trasposizioni carta-digitale davvero riuscite non sono mai meri trasferimenti da un piano all’altro, ma piuttosto nuove esperienze pensate per vivere sugli schermi.

Quando il target è quello di bambini in età scolare che sanno leggere e scrivere è giusto concedere a ciascun partecipante più spazio in autonomia con i tablet, oppure creare dei piccoli gruppi di lavoro in cui si collabora. In questo caso si possono scegliere applicazioni e storie interattive dove sia dedicato spazio anche al testo oltre che alla grafica, tenendo in considerazione che i prodotti di qualità sono sempre intuitivi e facili da utilizzare perciò ideali da esplorare in libertà. Non devono comparire pubblicità disturbanti, bug o malfunzionamenti che renderebbero l’esperienza dei giovani utenti frustrante. In molte applicazioni convivono aspetti pedagogici e ludici. Se con i più piccoli si può giocare con colori, forme, suoni, animali, si può parlare di paure e di emozioni, con i più grandi si possono trovare riferimenti a materie scolastiche quali arte, lingue straniere, storia, ma anche temi come disabilità, diversità e ingiustizie. Gli spunti e le riflessioni condivise che ne scaturiscono sono innumerevoli e si potrebbero proporre percorsi tematici composti da più appuntamenti in biblioteca.

Anche con i più grandi dopo aver esplorato i contenuti presenti nell’app è possibile costruire attività di tipo tradizionale che comprendano giocare con le parole, la rielaborazione di una storia, oppure un momento di riscrittura creativa.

Si può affermare che il mercato sia sommerso da contenuti digitali rivolti ai più giovani, per questo diviene urgente selezionare con cura i contenuti da proporre, puntando sui molti sviluppatori che creano esperienze originali e stimolanti. Di seguito viene proposta una piccola lista di applicazioni divise tra età prescolare e dai 6 anni in poi, alcune compatibili con il sistema operativo iOS, altre con Android.

Da 2/3-6 anni

Da 6 anni

(Ludovica Brunamonti)

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