MUSICA, SEGNO E DISEGNO: esplorazioni creative tra suono e forma nella didattica musicale

L’arte e la musica condividono da sempre un linguaggio fatto di segni, ritmo e gesto. Nell’educazione artistica e musicale dell’infanzia, questi linguaggi si intrecciano, aprendo vie inaspettate per lo sviluppo della creatività e della sensibilità percettiva.

Un esempio storico emblematico è quello dei neumi nella scrittura gregoriana: segni grafici che, senza indicare con precisione altezza o durata, suggerivano l’andamento melodico del canto. A questi si affianca la tradizione chironomicautilizzata soprattutto nei cori fin dalla Grecia antica in ambito liturgico, in cui il maestro indicava con gesti delle mani nell’aria l’intonazione e l’andamento dei suoni da cantare, rafforzando il legame tra gesto e melodia. Dal XII secolo, i neumi si organizzarono su linee di riferimento, dando origine alla notazione quadrata su tetragramma, più precisa nel definire l’altezza dei suoni per arrivare alla scrittura musicale moderna, con il pentagramma e le note che oggi conosciamo, rendendo la notazione musicale un linguaggio condiviso e codificato.

Nel Novecento, la partitura si trasforma da oggetto tecnico a forma estetica, visiva e concettuale. Compositori come BussottiJohn Cage e Stockhausen creano partiture grafiche che sono quadri da leggere, aperte all’interpretazione, superando la scrittura tradizionale con le figure musicali e il pentagramma. Alcune partiture diventano esperienze performative e visive con risultati sempre nuovi perché danno ampio spazio alla creatività e all’improvvisazione.

Segno, disegno e musica nella didattica musicale: un linguaggio per crescere

Nella scuola dell’infanzia e primaria, l’incontro tra segno, disegno e musica è molto più di un’attività estetica: è una vera forma di comunicazione emotiva e sensoriale. I bambini, attraverso il gesto grafico, imparano a tradurre ciò che sentono, ad ascoltare con il corpo e a raccontare con forme e colori le emozioni che la musica suscita in loro.

In questo contesto, la musica visiva propone partiture che vanno oltre le note: linee ondulate diventano melodie, cerchi rappresentano suoni percussivi, tracce colorate accompagnano l’intensità ritmica. Le musiche disegnate permettono ai bambini di essere compositori e interpreti, sviluppando il pensiero divergente e l’autonomia creativa.

I riferimenti di Bruno Munari e Hervé Tullet diventano vere e proprie chiavi didattiche. Nei loro libri non si insegna a disegnare, ma si invitano i bambini a giocare con il segno e con i suoni, a esplorare lo spazio, il colore e il ritmo come elementi liberi di espressione. In classe, questo si traduce in esperienze di improvvisazioni grafiche collettive, momenti in cui il segno prende forma attraverso il movimento, in sinergia con strumenti musicali e oggetti sonori.

L’approccio di Emanuele Luzzati apre ulteriori possibilità. Le sue scenografie e animazioni offrono ispirazione per attività interdisciplinari: personaggi e ambientazioni prendono infatti vita con la musica e il disegno. Nella scuola dell’infanzia e primaria, questi percorsi stimolano fantasia, narrazione e ascolto attivo, dando corpo a emozioni che altrimenti resterebbero mute.Come già accennato in precedenza, nella musica contemporanea la partitura diventa pura espressione artistica. Compositori come Sylvano Bussotti e John Cage hanno concepito spartiti come opere visive, astratte, evocative, aperte all’interpretazione. Introdurre queste partiture grafiche a scuola significa offrire ai bambini un accesso diretto a un linguaggio estetico che parla alla libertà espressiva: un foglio può essere suonato, disegnato, raccontato.

Didatticamente, nella scuola dell’infanzia e primaria si possono costruire partiture collettive dove ogni bambino contribuisce con un segno, una forma, un’idea visiva che può essere poi suonata o interpretata con la voce. Materiali e tecniche diverse, come acquerelli, pastelli, tempere o collage possono essere utilizzati per comporre vere e proprie opere musicali visive, da eseguire con strumenti a percussione, voce, corpo.

L’abbinamento segno-suono permette anche la trasposizione visiva di un ritmo rendendolo più concreto rispetto all’astrazione normalmente usata per la memorizzazione musicale. Ogni suono può essere rappresentato anche nella sua durata e intensità consentendo una lettura creativa più ricca.

Anche i più piccoli iniziano a giocare con i colori e le forme in connessione con la musica. Un brano molto allegro avrà colori brillanti, mentre una melodia triste impiegherà tinte pastello spente. Così come le forme geometriche che diventeranno altrettanto musicali; pensiamo agli strumenti ritmici didattici: tamburelli, triangoli, legnetti, piatti sospesi o cimbali: forme chiare per giocare con la musica e imparare a riconoscere forme e colori per una didattica attiva e coinvolgente.

In quest’ottica, la didattica musicale si trasforma in esperienza multisensoriale: il corpo diventa strumento, la vista ascolto, il tatto esplorazione di materiali e percezione sonora e il segno voce. Ogni bambino ha il diritto di trovare la propria modalità espressiva, di sentire che la musica non è solo fatta di note, ma di emozioni, gesti, narrazioni. Ed è in questo spazio fluido che il disegno può cantare e il suono può prendere vita.

(Gabriella Perugini)

GABRIELLA PERUGINI è musicista concertista (liutista rinascimentale e barocca) diplomata al Conservatorio G. Verdi di Torino. Laureata in lettere artistiche in Estetica musicale è formatrice, didatta e musicoterapeuta. Da oltre trent’anni realizza laboratori musicali nelle scuole dell’infanzia a primarie e si dedica con passione alla formazione di docenti con corsi interdisciplinari riconosciuti dal MIM. È fondatrice di Crescendo in Sol®, progetto più volte sostenuto da Nati per la Musica e Nati per Leggere, oggetto di tesi universitarie e di dottorato presso UCLan (UK). Collabora con importanti musei torinesi: Palazzo Barolo, Pinacoteca Albertina, Musei Reali, Museo Accorsi-Ometto e Museo diocesano realizzando percorsi musicali per famiglie, scuole e adulti. 

È autrice di manuali di didattica musicale: Dal buongiorno alla nanna in musica (2023) e Musica tattile (2024), Erga edizioni, e dei libri di testo Le Mie Scoperte per la scuola primaria, editi da Il Capitello. La sua metodologia è stata segnalata su riviste specializzate come UPPA e Il Pepe Verde

Crede nella musica come strumento per crescere, educare all’ascolto, favorire la relazione e coltivare la bellezza in tutte le sue forme espressive.